Tantissimi ragazzi e giovani si sono ritrovati con il vescovo a Cuceglio sabato 8 aprile in occasione della XXXII Giornata Mondiale della Gioventù, che quest’anno si è celebrata a livello diocesano. L’incontro è iniziato alle ore 20 con il pellegrinaggio a piedi di 3 km dal Santuario di Misobolo di San Giorgio al Santuario dell’Addolorata di Cuceglio dove alle ore 21.30 si è tenuta la veglia di preghiera. Il tema è stato quello scelto dal Papa per la GMG 2017: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” ma anche il Sinodo dei vescovi sui giovani che si terrà nell’ottobre 2018.
E’ stato il vescovo Edoardo a presiedere la veglia che è ruotata attorno a due momenti: l’ascolto del vangelo del Magnificat e il mandato ai giovani per il Cammino verso il prossimo Sinodo. Il vescovo ha consegnato a tutti i presenti il “segnapasso”: è la lettera che Papa Francesco ha scritto ai giovani e che accompagna il Documento preparatorio del Sinodo. Scrive Papa Francesco: “Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore”. E’ un segno che vuole esprimere una forte comunione: in tutte le diocesi italiane i vescovi hanno distribuito il “segnapasso” ai loro giovani. Anche i giovani di Ivrea hanno detto il loro “Sì”, la loro volontà, a mettersi in cammino verso il Sinodo, con il vescovo Edoardo, con tutti i vescovi italiani e con migliaia di altri giovani. Il Sinodo propone, come guida nel cammino, l’icona del discepolo amato da Gesù. L’icona e la pagina evangelica si trovano all’interno del “segnapasso”. Il vescovo ha consegnato ai giovani anche una foglia di palma da portare nelle proprie comunità parrocchiali: un segno di comunione con il vescovo e con tutta la Chiesa. Un segno che i giovani si sono impegnati a rendere visibile portandolo nelle sante Messe che sono state celebrate in tutta la diocesi nella domenica delle Palme. Al termine della veglia c’è stata una bella sorpresa: dal santuario dell’Addolorata di Cuceglio, che si trova nel cuore della nostra diocesi, si è voluto, in modo originale, far arrivare la benedizione del Signore su tutte le parrocchie e su tutti i giovani. Nel piazzale di fronte al santuario i presenti sono stati coinvolti nella preparazione di 50 lanterne di luce che hanno preso il volo verso il cielo, illuminando la notte, segno di benedizione, pace e speranza. Un grazie particolare a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della GMG diocesana: i sacerdoti delle parrocchie coinvolte con i loro collaboratori, la protezione civile di Cuceglio, le famiglie, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i tanti giovani.
Ecco alcuni passaggi della bella meditazione che ha fatto il vescovo ai giovani:
Ogni passo un nuovo inizio.
«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49): il Magnificat è il tema della GMG che ci impegna, quest’anno, a riflettere sulla “memoria” per poi avere coraggio nel presente (GMG 2018) e poi lanciarsi nel futuro (GMG 2019). Memoria: avete visto la chiesa del Misobolo e ora stiamo guardando questa di Cuceglio: guardandole facciamo memoria del cammino di fede di coloro che in queste nostre terre ci hanno preceduto… Il nostro cammino, quello che noi facciamo oggi, nel nostro tempo, così diverso per vari aspetti da quello del passato, non è un altro cammino: è quello di sempre, quello iniziato da Maria e dai primi discepoli del Signore… I tempi cambiano, cambiano i linguaggi, gli stili, i gusti: una chiesa romanica non è una chiesa barocca, lo stile dell’Ottocento non è quello di oggi… Ma la novità non sta in questi legittimi cambiamenti storici: la vera novità c’è se noi viviamo oggi, nel nostro tempo, ogni nostro passo come un “nuovo inizio” innestato sull’inizio da cui tutto è partito, perché «nuovo non è ciò che è diverso, ma ciò che è vero» e “vero” è il cristianesimo, vero è consegnare a Cristo la nostra vita e viverla per Lui, con Lui, in Lui! (…) Capite, ragazzi, che cosa simboleggiano i passi che avete fatto dal Misobolo a Cuceglio? E’ per questo che sono una grande cosa… Ed è per questo che li avete fatti pregando con il Rosario, contemplando con Maria i “misteri”, cioè i fatti della vita di Cristo che camminava con voi, che stava davanti nel cammino e anche in mezzo a voi e anche dietro a voi, perché la Sua presenza abbraccia tutto: il prima, il durante e il dopo.”
Il “riposo”.
Il vescovo si è rivolto ai giovani aprendo una bella parentesi proposito del “riposarsi”: “Le vacanze estive non sono lontane… Vacanza (dal latino vacare) indica i giorni liberi dai soliti impegni obbliganti… E’ “tempo libero” da qualcosa che, in altri momenti, si è obbligati a fare; sono i giorni della “gratuità” e la “gratuità” – diceva un grande educatore – è «il valore più grande dell’uomo, ciò per cui vale la pena vivere».
Proprio da come usa il tempo libero si vede in un ragazzo – come in un adulto – quello che gli sta maggiormente a cuore. Se uno lo disperde, non ama la vita; se la vacanza non è il momento in cui uno si impegna liberamente, non costretto, col valore che riconosce prevalente nella sua vita, non si impegna affatto con niente. La vacanza, per questo, è una cosa importante.
La gioia di Maria.
In che consiste la nostra gioia? Da che cosa nasce? Ce lo dobbiamo chiedere. Nasce dal vivere come dice san Paolo: «Vivo io, non più io, Cristo vive in me»? La gioia di Maria nasce di lì. E in quel fremito di gioia, percepire tutta la propria piccolezza non è più motivo di inquietudine; sa che è abitata da Dio, il Dio che è amore misericordioso, un amore a cui io solo posso impedire di raggiungermi: e ciò accade quando sono “superbo dentro”, nel profondo; quando imposto la mia vita senza lasciare che il centro di tutto sia Lui, ma Lui vero, non quello che io penso che Lui sia…
Gesù: il tutto.
Un passaggio forte della meditazione del vescovo e racchiusa in una immagine: Gesù è il motore! “Ragazzi che senso ha il cammino della vita? Studio, lavoro, amo, cerco, mi muovo… per che cosa? “Per meno di tutto non vale la pena”! Cristo non è “una marcia in più”, come qualcuno pensa. Gesù non è un aiuto: è il motore; non è un optional: è il tutto! La vita cristiana è camminare con Lui, non in astratto, prendendo spunto qua e là da qualche valore presente nei suoi discorsi, ma camminare con Lui dicendoGli “Tu”, come si fa con uno che c’è, che è qui con te… E dirgli “Tu” significa, nel corso della vita, incontrarlo nel Sacramento della Confessione, nella Messa e nella Comunione, nella preghiera di ogni giorno, nella lettura e meditazione della Sua Parola contenuta nel Vangelo, nella costruzione di rapporti veri con quelli che fanno parte della nostra comunità, nell’annunciare Lui a quelli che non lo conoscono o non lo conoscono a sufficienza, nel pensare come pensa Lui sulle questioni della vita e quindi nel conoscere bene, anche alla luce del Catechismo, quello che Lui pensa, senza inventare o adattare ai miei criteri il Suo insegnamento.”
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