Brillare, ascoltare e non temere sono i tre verbi che Papa Francesco ha indicato a noi giovani nell’omelia della Messa di chiusura della XXXVII Giornata Modiale della Gioventù, svoltasi a Lisbona dall’1 al 6 agosto 2023, che ha visto la partecipazione di circa 1,5 milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. La Giornata Modiale della Gioventù costituisce un pellegrinaggio nato per volontà di San Giovanni Paolo II, al fine di radunare i giovani credenti, condividere la fede e fare esperienza dell’universalità della Chiesa. L’articolo riporta una rilettura dell’esperienza e delle risonanze degli autori, che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona con il gruppo della Diocesi di Ivrea.
Introduzione: Il tema della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù
Il tema assegnato da Papa Francesco per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) è stato “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Questo versetto dal Vangelo di Luca apre il racconto della Visitazione, ossia la visita di Maria alla cugina Elisabetta, e segue l’episodio dell’Annunciazione, in cui l’angelo annuncia a Maria che sarebbe diventata madre del Figlio di Dio. Prima di congedarsi, l’angelo comunica a Maria che sua cugina Elisabetta, ritenuta sterile, ha concepito anch’essa un figlio. Dopo aver risposto all’angelo “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38) (tema della GMG di Panama del 2019), Maria parte per far visita alla cugina Elisabetta.
L’atteggiamento di Maria, che si alza e parte in fretta, ha rappresentato l’atteggiamento indicato da Papa Francesco per questa GMG, affinchè “l’evangelizzazione dei giovani sia attiva e missionaria, perché così riconosceranno e testimonieranno la presenza del Cristo vivente”. Nel messaggio rivolto ai giovani del 15 agosto 2022 per la XXXVII GMG di Lisbona, Papa Francesco fa notare che, dopo l’Annunciazione, Maria si sarebbe potuta concentrare su di sé e sulle sue paure dovute alla nuova condizione, invece, sebbene Dio abbia sconvolto i suoi piani, lei non si lascia paralizzare, parte e si mette in cammino, poiché ha fatto un incontro speciale. “Maria diventa immagine della Chiesa in cammino, che esce e si mette al servizio” (Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXXVII giornata mondiale della gioventù 2022-2023, 15 agosto 2022).
In altri episodi narrati nei Vangeli, si può osservare come l’incontro con Gesù determini un mettersi in moto, un cambiamento, una novità che trasforma. Ecco alcuni esempi: il cieco Bartimeo, di cui si parla nei Vangeli di Marco, Matteo e Luca e che sedeva a mendicare sulla strada (atteggiamento statico), dopo essere stato guarito da Gesù, “lo seguiva lungo la strada” (Mc 10,52) (atteggiamento dinamico). Lo stesso avviene per il paralitico, il quale, dopo le parole di Gesù “Alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua!” (Lc 5,24), si mette in cammino glorificando Dio. Ci ricorda sempre Papa Francesco che “sperimentare la presenza di Cristo risorto nella propria vita, incontrarlo vivo, è la gioia spirituale più grande, un’esplosione di luce che non può lasciare “fermo” nessuno. Mette subito in movimento e spinge a portare agli altri questa notizia, a testimoniare la gioia di questo incontro. È ciò che anima la fretta dei primi discepoli nei giorni successivi alla Risurrezione: “Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli” (Mt 28,8)” (ibidem). Il verbo alzarsi è spesso utilizzato nei racconti della Risurrezione e indica che il Signore ci spinge ad oltrepassare la soglia delle nostre porte chiuse, ad affrontare le nostre oscurità e le nostre paure, grazie alla Sua luce, per poter essere condotti da Lui verso una vita piena, una vita donata all’altro per amore. Questo è il dinamismo della Risurrezione, di una vita nuova.
In questo senso, Maria può costituire per noi giovani un modello di una vita piena, dinamica, proiettata verso l’esterno, ossia verso l’altro, colui che è fuori e diverso da noi, colui che ha bisogno di noi o colui dal quale accettiamo di ricevere un aiuto. “Maria è esempio di giovane che non perde tempo a cercare l’attenzione o il consenso degli altri – come accade quando dipendiamo dai “mi piace” sui social media –, ma si muove per cercare la connessione più genuina, quella che viene dall’incontro, dalla condivisione, dall’amore e dal servizio” (ibidem).
Noi giovani siamo partiti come pellegrini verso Lisbona, in Portogallo, luogo da cui nei secoli XV e XVI molti esploratori si sono messi in viaggio verso luoghi sconosciuti, affidandosi alle stelle e ai venti. Così anche noi, giovani pellegrini, abbiamo voluto affidarci ad una chiamata di Dio, che è arrivata attraverso amici, parenti, animatori, sacerdoti, religiose o religiosi. Partendo verso Lisbona, abbiamo voluto accogliere con speranza l’invito del Papa a sperimentare nuovamente la gioia dell’incontro con Dio con e attraverso i fratelli e le sorelle attorno a noi. E in questo incontro con Dio e con gli altri, è probabile che diversi di noi si siano accorti nuovamente di essere chiamati da Dio per nome (cfr Is 43,1; 2 Tm 1,9), perché amati. Per Dio non siamo un numero, ma un volto e un cuore unico. Scoprendo questo, forse, ci siamo sentiti anche inviati da Dio nel mondo, perché abbiamo sentito una gioia che ci spinge ad agire e a metterci in gioco. Scrive papa Francesco nell’Esortazione apostolica Christus vivit: “Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia tutti. Il Vangelo è per tutti, non per alcuni” (CV, n.177).