Brillare, ascoltare e non temere sono i tre verbi che Papa Francesco ha indicato a noi giovani nell’omelia della Messa di chiusura della XXXVII Giornata Modiale della Gioventù, svoltasi a Lisbona dall’1 al 6 agosto 2023, che ha visto la partecipazione di circa 1,5 milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. La Giornata Modiale della Gioventù costituisce un pellegrinaggio nato per volontà di San Giovanni Paolo II, al fine di radunare i giovani credenti, condividere la fede e fare esperienza dell’universalità della Chiesa. L’articolo riporta una rilettura dell’esperienza e delle risonanze degli autori, che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona con il gruppo della Diocesi di Ivrea.
Conclusioni: brillare, ascoltare e non temere
Ulteriori inviti ad alzarsi e partire ci sono stati dati direttamente da Papa Francesco nei momenti di preghiera con lui e con tutti i partecipanti della GMG. In questi eventi, è possibile rimanere impressionati dalla quantità di persone riunite in un luogo per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Non si può tacere la gioia dell’incontrare volti di persone provenienti da tutto il mondo, dello scambiare qualche parola, una bandiera o un braccialetto, del cantare insieme e del pregare in lingue diverse sperimentando l’universalità della fede.
In occasione dell’accoglienza del Papa del giovedì e della Via Crucis del venerdì presso il parco Edoardo VII di Lisbona, Francesco ci ha esortato a non stancarci mai di fare domande, per non rimanere in una normalità piatta che anestetizza l’anima. Inoltre, Gesù cammina di fianco a noi nel nostro percorso, pronto a colmare i vuoti dovuti alle paure con la sua consolazione e a spingerci sempre verso il rischio di amare.
Presso il Campo de Graça vicino al ponte Vasco da Gama, dove si sono tenute la veglia e la Messa conclusiva di domenica 6 agosto, Papa Francesco ci ha indicato tre verbi a partire dal Vangelo del giorno sulla Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-9): brillare (brilliamo quando amiamo come Gesù e possiamo portare agli altri la luce della speranza), ascoltare (essere affezionati alla Parola di Dio, che parla alla nostra vita) e non temere (è Gesù stesso che ci dice di non avere paura).
In conclusione, occorre sottolineare che l’esperienza della GMG non ci ha dato ricette, ma strumenti da utilizzare nella nostra quotidianità e argomenti di riflessione che risvegliano domande che spingono ad alzarsi e a partire. Siamo noi a dover trovare nella nostra vita il modo migliore per incarnare la legge dell’amore, attraverso i nostri desideri profondi con cui Dio ci parla, ognuno con la propria creatività, con i propri talenti e le proprie fragilità, consapevoli che Gesù cammina con noi e desidera per noi una vita piena.
Emanuele Maria Data e Matteo Biava